Storie di Sicilia
Il Medioevo e l’Arte. Il Romanico in Sicilia: Influenze arabe e normanne
Lo sapevate che uno dei testi più venduti nel Novecento è stato proprio un libro di storia dell’arte? Chi l’avrebbe mai detto, una materia così difficile e così selettiva. Vedete, l’errore sta esattamente qui: credere che la storia dell’arte sia difficile e selettiva. Non è affatto così.
La conquista normanna della Sicilia, avvenuta alla metà del XI secolo, segnò per l’isola l’inizio di un periodo di intensa fioritura artistica. I nuovi sovrani promossero la costruzione di grandi edifici, dove stili diversi, ereditati dalle precedenti dominazioni, si fusero in una cultura originalissima.
Gli elementi strutturali e decorativi della tradizione araba si combinarono ora agli impianti planimetrici e ai rivestimenti musivi [1] dei bizantini. Rosse cupole (nella foto in alto, la chiesa di san Giovanni degli Eremiti a Palermo), sporgono dal blocco compatto dei volumi delle chiese, che hanno pianta centrale o basilicale e si rivestono sull’esterno di un sistema di archi policromi intrecciati. Gli interni colpiscono per la loro esuberante decorazione, con soffitti a stalattiti, incrostazioni marmoree, archi acuti e ricchi di cicli musivi. A questi lavorano maestranze specializzate di diretta provenienza bizantina, capaci di adattare sperimentati programmi iconografici alle originali strutture delle chiese siciliane.
LA MARTORANA A PALERMO
La costruzione della chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, conosciuta comunemente come “La Martorana”, (nella foto a lato), fu promossa alla metà del XII secolo da Gregorio d’Antiochia, grande ammiraglio del Regno di Sicilia, che voleva in questo modo ringraziare la Madonna della protezione concessagli durante la sua attività marinara. L’intera struttura rivela influssi della cultura bizantina: la pianta, quadrata e triabsidata è, sull’interno, in tre navatelle da quattro colonne di granito orientale con capitelli corinzi. Su questi si innestano altrettanti archi di forma ogivale, che sorreggono a loro volta la cupola centrale preceduta da un tamburo ottagonale, mentre volte a botte coprono i bracci della croce e coperture a crociera gli ambienti laterali. La facciata della chiesa, insieme all’atrio che la precedeva, è andata distrutta nel 1588, quando le navate furono allungate fino al campanile creando l’attuale impianto a croce latina, cui si aggiunse un secolo dopo un cappellone quadrato con funzione di presbiterio.
Se il paramento murario appare sull’esterno spoglio e appena ravvivato da un sistema di arcate cieche, un grandioso ciclo musivo riveste internamente l’edificio, rivelando influssi bizantini nella distribuzione dei soggetti, nelle scelte iconografiche, nello stile e nelle stesse iscrizioni greche che accompagnano i singoli riquadri. Nei registri della cupola appare il Cristo Pantocrator, racchiusa al centro entro un medaglione e seduto su di un trono, attorniato da angeli adoranti, profeti, evangelisti. L’Annunciazione decora invece l’arco trionfale, mentre le figure di san Gioacchino e di sant’Anna occupano le absidi minori e busti di santi si snodano lungo l’intradosso degli archi. Queste ultime raffigurazioni, unite a quelle poste di fronte al presbiterio, con la Natività di Cristo, e la Morte della Vergine, esaltano la dedicazione della chiesa alla Madonna.
IL DUOMO DI MONREALE
Fondato dai re normanni di Sicilia e destinato ad accogliere le tombe, il duomo di Monreale presenta una fusione unica di elementi artistici tanto diversi. La caratteristica decorazione esterna ad archi intrecciati si deve alle maestranze arabe impegnate nella costruzione dell’edificio, mentre i capitelli usati per le colonne delle navate sono recuperati da edifici classici. I bellissimi mosaici che decorano tutto l’interno sono invece opera di squadre di artisti fatti venire appositamente da Bisanzio, mentre il profondo presbiterio [2] è tipico delle chiese normanne.
1) MUSIVO: proprio del mosaico; che si riferisce al mosaico: ciclo m. tessera m.; struttura m.; arte m.; lavoro m.; eseguito con la tecnica del mosaico.
2) PRESBITERIO: deriva da presbitero, (dal latino presbyter, deriva anche il termine italiano prete), ed è un termine liturgico e architettonico per indicare la parte della chiesa riservata al clero officiante. Contiene l’altare se presente, o l’altare maggiore se ve ne è più di uno.
01 Luglio 2014
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