Politica
COMBATTERE I PRIVILEGI, la manciugghia e la mafia. Rivalutare la Scuola (di Adduso)
Nella tarda serata del 3 ottobre c.a., a Roccalumera c’è stata la presentazione del candidato avvocato Giovanni Miasi nella lista Crocetta con la partecipazione di quest’ultimo che ha fatto un suo intervento. E non poteva la mia attenzione non essere oltremodo catturata quando Crocetta ha iniziato a parlare di alcuni mali endemici della Sicilia che, tuttavia – non me ne vogliano i miei contatti fuori dall’Isola – a mio mero avviso non sono poi tanto così dissimili anche nel resto dell’intera Penisola. Ovverosia, i privilegi delle caste e delle corporazioni. La manciugghia, intesa in siciliano come corruzione generalizzata. Ed infine la criminalità organizzata. I propositi di Crocetta a candidato alla Presidenza della Regione Siciliana affrontano anche molte altre situazioni, per le quali ho in calce riportato il programma. Mentre qui brevemente vorrei commentare questi quattro argomenti che più mi sembrano d’interesse appunto anche nazionale.
I generali privilegi delle caste e corporazioni. Come ho scritto spesso, mi pare addirittura un’estorsione forzosa dovere pagare così tante sanguinolente tasse per poi assistere al loro non ritorno in servizi, infrastrutture, lavoro, ecc., come invece recitava una recente pubblicità televisiva di Stato. Al contrario li si deve vedere sprecati e sperperati dai parlamentari, dagli istituzionali, burocrati, regioni, provincie, ecc., in emolumenti, indennità, super e doppie pensioni, auto blu, sedi varie di cosiddetta rappresentanza non sempre pare destinate allo scopo ma come a volte si apprende impiegate per lo “svago” di pochi, oltre ad aumenti abnormi di importi mediante tecnicizzate norme, ecc. Tanto che, se potessi dare un modesto suggerimento, direi che nell’ambito del sistema pubblico, certe “ruberie” sarebbero da valutare giudiziariamente come delle soggettive, ma pure oggettive, attività politico-mafiose, poiché nei contesti delle caste e delle corporazioni non possono certamente tanti non sapere, non compiacere e non condividere, quando poi votavano uniti appassionatamente le regole che consentono certe ingordigie in danno dei contribuenti. Pertanto, nel caso di danno assembleare nei confronti dei beni del popolo, ai responsabili si dovrebbe applicare il concetto giuridico di associazione mafiosa. Poiché questi individui, avvalendosi del vincolo politico che consente loro un controllo sociale del territorio, e usufruendo impropriamente della forza intimidatoria delle leggi, che però, si noti bene, loro stessi statuiscono, si appropriano delle risorse pubbliche assoggettando forzosamente il popolo italiano per fini personali, del proprio gruppo politico e benefici di terzi, quali familiari, amanti, ecc.
La manciugghia. Una endemica cultura ormai quasi incarnata della quale si servono pure alcuni scorretti imprenditori che cercano loro stessi il burocrate o l’intermediario a cui dare la mazzetta per potere lavorare, così a modo loro fregando la concorrenza per prendere un appalto e così via. Per un altro verso la prassi notoriamente consolidata, incancrenita a tutti i livelli, dal più basso al più alto, che si devono “ungere” gli ingranaggi nella pubblica amministrazione se si vuole ottenere o velocizzare qualcosa anche quando spetta per diritto. Anche qui, se potessi dare un semplicistico suggerimento, sono del parere che nei confronti soprattutto del pubblico ufficiale o politico che si renda reo di concussione o favoritismi, si dovrebbero applicare delle sanzioni civili e penali in aumento proporzionale al livello rivestito. Quindi più si sale di qualifica, incarico e mandato, è più in crescendo dovrebbero essere le condanne.
La criminalità organizzata. Questo aberrante maleficio, o direi più semplicemente, questa atavica ostentazione evoluta di dominazione consociata dell’altro e degli altri, molto tipica di alcune specie animali, ma che nell’essere umano ha raggiunto un livello ancora più perversamente perfezionato per via del nostro potente cervello – trasformandosi in una vorace manifestazione di arroganza, prepotenza e prevaricazione tra le più spregevoli – è sicuramente il problema dei problemi. Essa è l’emblema del malaffare, della corruzione, del pizzo, dello spaccio della droga, delle minacce, della morte, insomma dell’inquinamento sociale, mentale e culturale. Sono quindi sempre del personale parere che quando convergono due aspetti di fatto e di diritto, ovverosia appartenere ad un’associazione individuata in criminalità organizzata insieme all’essersi resi pure colpevoli, direttamente o indirettamente, come mandanti o esecutori, anche di un solo delitto, la pena dovrebbe essere “massima”. Poi si può pure analizzare il fenomeno sotto un profilo “zoologico”, psicanalitico ed antropologico, per trovare eventuali modi individuali e sociali per correggerlo, ma certamente un mafioso (uomo o donna che sia), checché ne raccontino certe credenze populiste o certe fiction televisive, non ha sicuramente un’ideologia. E non è indubbiamente un kamikaze, oppure un fondamentalista, bensì è un mistificatore della socialità, della concordia familiare, del bene locale, preoccupato unicamente in modo dissimulato della sua egocentrica, quanto misantropa, misogine ed intollerante persona fisica. Ed è quest’ultima il suo punto debole, come d’altronde lo è per qualsiasi carnivoro nella giungla.
La scuola. L’argomento è stato affrontato da CROCETTA pure con la necessità inderogabile di ridurre certi sprechi in generale della pubblica amministrazione al fine di dirottare i soldi in favore della scuola, dei suoi edifici, palestre, laboratori, ecc. per dare un futuro cognitivo e professionale ai nostri ragazzi affinché possano affrontare alla pari con altre realtà il loro inserimento lavorativo, esistenziale e soprattutto svincolato da sudditanze. E qui vorrei offrire un altro mio mero suggerimento ove fosse compatibile con lo statuto autonomo siciliano. La Sicilia potrebbe proporre una rinnovata immagine progressista amalgamando alle materie scolastiche esistenti lo studio del Diritto, che è la base civile di ogni individuo e quindi della società. Inserendo pure tra le materie scolastiche lo studio della Medicina, cioè come siamo fatti. Della Psicologia e delle neuro scienze ovvero lo studio della nostra interiorità e del nostro cervello che sono la vera totalità della nostra persona. Dell’Economia, che è il primo grande problema che si ritrovano ad affrontare i nostri ragazzi (e non solo loro) quando escono dalle superiori. Ma pure la conoscenza delle Religioni ed Usanze nel mondo. Delle Norme e Trattati generali che fanno la differenza sostanziale tra uno Stato ed un altro. Quindi qualche Lingua di base come l’Inglese o lo Spagnolo, quest’ultimo parlato in buona parte dell’America latina. Ed ancora l’approfondimento del Francese, quest’ultimo diffusissimo nelle Nazioni che si affacciano sulla sponda dirimpetto al Mediterraneo. E non ultimo lo studio in una versione moderna e mediatica della Scienza in generale. Quale quella che da qualche decennio ci ha fatto conoscere in parte chi siamo, da dove forse veniamo, come potremo essere, chi c’era prima di noi. Così quella dell’origine dei terremoti. Oppure perché cambia il clima. O ancora l’influenza del nostro sole sull’esistenza della vita sulla Terra. Le potenzialità di alcune forme di energia alternativa. Perché le nostre colline franano. E così via. Insomma, noi adulti forse possiamo pure essere culturalmente “curati”, ma è solo se i nostri bambini crescono formati sin dalla scuola primaria in modo pragmatico, legale e senza dissimulazioni o mistificazioni educative che possiamo sperare tra vent’anni di rivedere questa Sicilia emancipata ed intellettualmente ed economicamente illuminata come un faro nel Mediterraneo.
Fonti:
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